Maurizio Pasca, presidente del Sindacato Italiano Locali da Ballo aderente a Fipe Confcommercio spiega: «Con il Covid chiusa la metà dei locali; tecnologia grande alleata di gestione flussi»
Negli ultimi decenni, il mondo della notte in Italia ha attraversato una metamorfosi profonda. Molti locali hanno chiuso, altri si sono trasformati. Durante gli Anni ’80 e ’90, le discoteche hanno rappresentato un fenomeno culturale importante, soprattutto in località come la Riviera Romagnola, dove locali come Cocoricò, Pascià, Peter Pan e Ultimo Impero sono diventati simboli della vita notturna di quel periodo. Il settore, tuttavia, non si arrende: alle difficoltà strutturali – come l’elevata pressione fiscale, il dilagare dell’abusivismo e l’inquietante incremento degli episodi di violenza – risponde con creatività e spirito di adattamento. Le discoteche sopravvissute puntano sull’innovazione tecnologica, sull’organizzazione di eventi sempre più esperienziali e sulla comunicazione social per fidelizzare un pubblico sempre più fluido e disincantato. Anche la figura del DJ si è profondamente trasformata. Da semplice tecnico dietro le quinte, oggi è diventato un protagonista assoluto: performer, influencer, talvolta icona pop, capace di fondere musica, immagine e personal branding in un unico linguaggio. 50&Più ha incontrato Maurizio Pasca, presidente del Silb, Sindacato Italiano Locali da Ballo aderente a Fipe Confcommercio, che racconta: «Alla fine degli Anni ’90, in Italia si contavano circa 5.000 discoteche. Tra il 2010 ed il 2023 si sono dimezzate. Tale perdita, oltre al devastante impatto del Covid, è dovuta a una combinazione di fattori strutturali, culturali, economici e normativi. Un tempo punto di riferimento fisso per il divertimento giovanile, oggi molti locali devono fare i conti con una situazione radicalmente diversa: la popolazione giovanile è diminuita, le abitudini di uscita sono cambiate e i ragazzi preferiscono esperienze più selezionate, immersive e personalizzate, spesso vissute in contesti alternativi.
Quali sono stati i principali cambiamenti nelle abitudini e nei gusti dei frequentatori delle discoteche italiane?
Negli Anni ’90, il mondo delle discoteche era caratterizzato da una forte specializzazione musicale, incentrata su generi come techno e house, con strutture spesso composte di più sale e spazi riservati. Le nuove generazioni mostrano una netta preferenza per serate più raccolte, spesso vissute in ambienti digitali come il gaming online o lo streaming di contenuti, alternando rare uscite in compagnia o vacanze agli incontri fisici. Con l’arrivo degli Anni 2000, però, la scena notturna si è rinnovata accogliendo format differenti, tra cui serate a tema revival e iniziative innovative come le ‘silent disco’, dove la tecnologia gioca un ruolo centrale. La cosiddetta ‘Generation Z’ sembra prediligere esperienze su misura, con particolare attenzione a valori come la sostenibilità e l’innovazione. Parallelamente, è cambiato anche il ritmo della movida: sono in aumento i locali che propongono eventi nel tardo pomeriggio con conclusione entro la mezzanotte. Questo modello, molto gradito soprattutto a un pubblico adulto e attento, concilia il divertimento con le esigenze della vita quotidiana, rappresentando una scelta più sostenibile, sia dal punto di vista organizzativo sia per quanto riguarda la sicurezza. In generale, oggi, il panorama del divertimento notturno è molto variegato: si va dalle serate women only (solo donne, ndr), diffuse a livello internazionale, agli eventi organizzati per soli over 25 od over 40, i quali cercano ambienti più rilassati e meno affollati di giovanissimi, passando per le feste organizzate appositamente per la Gen Z, in cui è centrale il fattore creativo, innovativo e sostenibile.
Negli Anni ’80 si andava in discoteca per divertirsi e fare nuove conoscenze. È ancora così oppure oggi i giovani cercano altro?
Un tempo la discoteca era il principale luogo di divertimento e di socialità giovanile. Oggi questo è cambiato. I giovani cercano ancora svago, ma in modo diverso: preferiscono eventi speciali, serate a tema o esperienze da condividere sui social. Le nuove conoscenze avvengono spesso online, tramite app o social media, quindi in discoteca si esce più per stare con amici che per incontrare sconosciuti. Il divertimento resta importante, ma non è più legato solo al ballo: conta l’atmosfera, la musica, la location e l’esperienza complessiva.
A proposito di social media, sono importanti per voi?
Tantissimo, direi che hanno un ruolo centrale, soprattutto Instagram e TikTok, che ormai sono strumenti imprescindibili per promuovere eventi, creare aspettativa con contenuti anticipati e coinvolgere influencer capaci di amplificare la visibilità di una serata.
In che modo l’innovazione tecnologica ha trasformato il vostro settore?
Uno dei segnali più evidenti dell’evoluzione del settore è il passaggio dai tradizionali token fisici ai sistemi di pagamento digitali. Oggi, sempre più discoteche utilizzano QR code e braccialetti NFC, che non solo rendono più rapide le transazioni, ma migliorano anche la gestione dei flussi all’interno del locale, riducendo il rischio legato al contante e alle frodi. Queste tecnologie, inoltre, aprono nuove possibilità per la fidelizzazione dei clienti e l’analisi dei comportamenti di consumo. Infine, la tecnologia ha trasformato anche l’esperienza sensoriale: il sound design avanzato, con impianti audio di alto livello, luci scenografiche e l’uso di effetti visivi come Led e videomapping, contribuisce a creare ambienti immersivi e memorabili.
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