Una storica firma con il governo italiano trasforma 430 ettari di un’area controversa in energia verde. L’eredità di papa Francesco
Il 31 luglio, a Palazzo Borromeo, sede dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, è stato firmato l’accordo bilaterale tra Italia e Santa Sede per la realizzazione di un impianto agrivoltaico nell’area di proprietà della Santa Sede a Santa Maria di Galeria. L’intesa è il frutto del magistero di papa Francesco. Il Pontefice che, nella lettera ‘Fratello Sole’ firmata il 21 giugno scorso, aveva dichiarato: “È necessario passare a un modello di sviluppo sostenibile che riduca le emissioni di gas serra nell’atmosfera, puntando alla neutralità climatica”. Il sistema, nel rispetto della sua volontà, richiederà un approccio integrato. Non si tratterà, infatti, solo di produrre energia pulita, ma di farlo rispettando l’uso agricolo del territorio e minimizzando l’impatto ambientale. Proprio questa doppia funzione – energetica e agricola – rappresenta l’innovazione più significativa dell’iniziativa.
Da zona controversa a simbolo di sostenibilità
La trasformazione dell’area di Santa Maria di Galeria è una storia di ‘redenzione ambientale’. L’area è da tempo al centro di polemiche per le onde elettromagnetiche emesse dalle antenne di Radio Vaticana, lì dagli anni ’50. Questo luogo, un tempo un’area rurale a circa 35 chilometri a nord di Roma, è oggi dominato da una ventina di antenne radio a onde corte e medie che trasmettono in tutto il mondo notizie dalla Chiesa Cattolica. Con l’urbanizzazione della zona, i residenti hanno iniziato a lamentare problemi di salute, tra cui casi di leucemia infantile, attribuiti alle onde elettromagnetiche generate dalle antenne. Il Vaticano ha sempre negato un nesso causale, ma ha comunque ridotto le trasmissioni. Papa Francesco, lo scorso anno, aveva incaricato la Santa Sede di valutare la riconversione dell’area in un vasto parco solare, volendo tradurre in pratica il suo insegnamento sulla necessità di abbandonare i combustibili fossili e trovare fonti di energia pulita e carbon-neutral.
Tecnologia e tradizione si incontrano
L’investimento stimato in meno di 100 milioni di euro potrebbe sembrare contenuto per un progetto di tale portata, ma riflette l’efficienza tecnologica raggiunta dai sistemi fotovoltaici moderni. Una volta ottenuta l’approvazione del Parlamento italiano – passaggio necessario data la natura extraterritoriale del sito – i contratti potranno essere messi a bando, aprendo la strada a un processo trasparente di selezione dei fornitori. L’aspetto più innovativo risiede nella tecnologia agrivoltaica stessa: i pannelli solari verranno di fatto installati in modo da consentire la continuazione delle attività agricole sottostanti. Questa soluzione rappresenta un compromesso intelligente tra produzione energetica e conservazione del paesaggio rurale, evitando il consumo di suolo vergine. Il piano Vaticano per l’agrivoltaico si inserisce nel quadro più ampio degli impegni internazionali assunti da Italia e Santa Sede. Entrambi i Paesi hanno aderito alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e all’Accordo di Parigi, condividendo la necessità di promuovere una transizione verso modelli di sviluppo sostenibile.
Vaticano e agrivoltaico: verso la neutralità carbonica
L’obiettivo è fare del Vaticano il primo stato al mondo completamente carbon-neutrale. Un traguardo che assumerebbe un forte valore simbolico, dimostrando che anche le realtà territorialmente più piccole possono giocare un ruolo da protagoniste nella lotta ai cambiamenti climatici. L’energia prodotta dall’impianto dovrebbe coprire interamente il fabbisogno elettrico dello Stato della Città del Vaticano. Considerando le dimensioni contenute del territorio papale – appena 44 ettari – e il numero limitato di abitanti, l’obiettivo appare realistico. L’eventuale surplus energetico non andrà sprecato, ma verrà messo a disposizione della comunità locale italiana, creando un circolo virtuoso di condivisione delle risorse rinnovabili. Un approccio collaborativo rispecchia la filosofia che ha sempre caratterizzato i rapporti diplomatici tra Roma e il Vaticano.
Un modello replicabile
Il progetto del Vaticano e dell’ agrivoltaico potrebbe diventare un caso studio per altre realtà statali di piccole dimensioni. La combinazione di tecnologie innovative, rispetto dell’ambiente e collaborazione internazionale offre un template replicabile in contesti simili. L’evoluzione delle conoscenze scientifiche e tecnologiche ha aperto possibilità impensabili solo pochi decenni fa. Papa Leone XIV, che ha visitato il sito a giugno, ha raccolto la visione del suo predecessore, introducendo recentemente una serie di preghiere e letture ispirate all’eredità ambientalista di Papa Francesco. L’Italia, fin dal principio, ha accolto positivamente l’iniziativa e ne sostiene l’attuazione e così quello che un tempo era un sito controverso per le preoccupazioni sanitarie legate alle onde radio, oggi si trasforma in un simbolo di innovazione sostenibile e replicabile.
(immagine d’apertura: ingresso del Centro Radio a Santa Maria di Galeria)
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