Un fenomeno in crescita che ridefinisce il concetto di famiglia, ma non senza qualche difficoltà di (ri)adattamento
In Italia si stanno trasformando le dinamiche familiari. Un numero crescente di giovani adulti, dopo aver assaporato l’indipendenza fuori dalle mura domestiche, compie, infatti, una scelta che fino a qualche decennio fa sarebbe sembrata impensabile: tornare a vivere con i genitori. È il fenomeno della Generazione Boomerang, che coinvolge attualmente il 21% degli italiani che avevano già lasciato il nido familiare. Per molti di loro, alla base del ripensamento ci sono le pressioni finanziarie, mentre il 34% ha indicato fattori emotivi, tra cui burnout, rotture relazionali e gli effetti a lungo termine della pandemia. I consigli degli psicologi per gestire questo nuovo modello di convivenza multigenerazionale che mette a dura prova i rapporti familiari.
Le città in cui si torna più frequentemente da mamma e papà
Secondo una ricerca condotta dagli psicologi di Unobravo, su 1.500 italiani, questo trend rappresenta molto più di una semplice convenienza economica. L’analisi dei dati Eurostat di aprile 2025 rivela come l’età media per abbandonare la casa dei genitori sia leggermente diminuita nell’ultimo decennio europeo, ma paradossalmente molti giovani adulti scelgono di rimanere o ritornare nel nucleo familiare d’origine molto oltre i trent’anni. Le città dove la generazione boomerang si manifesta con maggiore intensità raccontano una geografia particolare del fenomeno. Verona guida questa classifica con il 35% della popolazione che ha fatto marcia indietro, seguita da Palermo con il 33% e Foggia con il 31%. Completano la top five Livorno al 29% e Firenze al 28%, disegnando un quadro che attraversa tutto lo stivale senza distinzioni geografiche nette.
Le ragioni dietro il ritorno
La dottoressa Fiorenza Perris, psicoterapeuta e direttrice di Unobravo, spiega che “la cosiddetta Generazione Boomerang nasce da una combinazione complessa di fattori economici e sociali”. Per il 44% di chi ha compiuto questa scelta, le pressioni finanziarie rappresentano il motore principale. L’aumento vertiginoso dei prezzi degli affitti, l’instabilità del mercato del lavoro e gli effetti persistenti della pandemia hanno reso l’autonomia abitativa un traguardo sempre più difficile da raggiungere. Ma ridurre tutto alla questione economica sarebbe riduttivo. Il 34% dei giovani adulti che compongono la Generazione Boomerang ha motivato il ritorno con fattori emotivi: solitudine, burnout, rotture sentimentali e il bisogno di ritrovare sicurezza in un ambiente familiare. L’isolamento sperimentato durante il Covid ha lasciato cicatrici profonde, spingendo molti a cercare nella casa d’origine quel senso di appartenenza e protezione che la vita indipendente non riusciva più a garantire.
Generazione Boomerang, quando la convivenza diventa una sfida
Tornare a vivere con i genitori dopo aver conquistato l’indipendenza può generare dinamiche complesse. Gli esperti suggeriscono alcune strategie per gestire al meglio questa fase. Stabilire confini chiari fin dall’inizio evita che riemergano vecchie dinamiche familiari disfunzionali. Comportarsi da coinquilini responsabili piuttosto che da figli a carico aiuta a mantenere l’autostima e il senso di maturità personale. La Generazione Boomerang trova maggiore equilibrio quando ogni membro della famiglia contribuisce concretamente alla gestione domestica, sia economicamente che praticamente. Mantenere vivi i propri obiettivi personali e professionali risulta fondamentale per non perdere la direzione verso una futura autonomia.
Il punto di vista dei genitori
Dall’altra parte della medaglia, i genitori che accolgono nuovamente i figli adulti affrontano sfide altrettanto delicate. Rispettare l’autonomia dei figli pur condividendo lo stesso tetto richiede un delicato gioco di equilibri. Comunicare chiaramente le aspettative reciproche, agire con empatia senza giudizio e incoraggiare l’indipendenza senza pressioni eccessive sono elementi chiave per una convivenza serena. La generazione boomerang non rappresenta necessariamente un fallimento o un passo indietro, ma piuttosto l’evoluzione di un modello familiare che si adatta alle nuove sfide socioeconomiche. In un’epoca di incertezze, la famiglia torna ad essere un porto sicuro, un luogo dove riorganizzare le proprie energie prima di ripartire verso nuovi obiettivi. La convivenza multigenerazionale, gestita con consapevolezza e rispetto reciproco, può trasformarsi da necessità temporanea in opportunità di crescita condivisa, ridefinendo il concetto stesso di maturità e autonomia.
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