Un annuncio del Presidente Trump scuote il mercato. La Coca-Cola, solo per gli Stati Uniti, cambierà ricetta, abbandonando lo sciroppo di mais per lo zucchero di canna. Una decisione che intreccia gusto, salute e scenari economici.
L’annuncio di Trump sul suo profilo social
Con un annuncio diffuso tramite la sua piattaforma Truth Social, il presidente Donald Trump ha dichiarato di aver convinto Coca-Cola a modificare la ricetta della sua iconica bevanda per il mercato statunitense.
L’ingrediente al centro della rivoluzione è il dolcificante: si passerà, secondo le parole di Trump, dallo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (HFCS) al “vero zucchero di canna”. “Ho parlato con la Coca-Cola e hanno accettato di farlo”, ha scritto il presidente, aggiungendo: “Sarà un’ottima mossa da parte loro, vedrete. È semplicemente migliore!”.
Una dichiarazione che ha immediatamente innescato una tempesta mediatica e sollevato interrogativi sulle reali motivazioni dietro questa storica svolta, che riporterebbe la formula a una versione più simile a quella che l’ha resa celebre nel mondo prima degli Anni ’80. L’azienda di Atlanta, dal canto suo, ha risposto con una nota diplomatica, senza confermare né smentire l’indiscrezione. Un portavoce ha espresso apprezzamento per “l’entusiasmo del presidente Trump”, rimandando a un futuro prossimo l’annuncio di “nuove offerte innovative”.
La campagna “Make America Healthy Again”
Al di là del gusto personale, la mossa si inserisce in un contesto politico ben più ampio. L’amministrazione Trump, sotto l’impulso del segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr., ha lanciato l’iniziativa “Make America Healthy Again“, una campagna che riecheggia il celebre slogan presidenziale e mira a fare pressione sulle aziende alimentari per eliminare ingredienti considerati poco salutari.
>Nel mirino di Kennedy sono finiti proprio lo sciroppo di mais, gli oli di semi e i coloranti artificiali, collegati a diverse problematiche di salute come obesità e diabete. Lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio, in particolare, è diventato il dolcificante prediletto da molti produttori statunitensi a partire dagli Anni ’80. La scelta fu dettata principalmente da ragioni economiche. I sussidi governativi per la coltivazione del mais e i dazi sull’importazione di zucchero rendevano l’HFCS una materia prima significativamente più economica. E anche se l’ente regolatorio americano, la Food and Drug Administration (FDA), ha dichiarato nel 2018 di non essere a conoscenza di prove che dimostrino una diversa pericolosità dello sciroppo di mais rispetto allo zucchero, la percezione pubblica e l’attivismo di figure come Kennedy hanno creato un forte movimento d’opinione.
Le implicazioni economiche del cambio ricetta della Coca-Cola
La preferenza per lo zucchero di canna non è solo una crociata salutista. Molti consumatori sostengono da tempo che la Coca-Cola prodotta con zucchero di canna, come la popolare versione messicana venduta in bottiglie di vetro, abbia un sapore nettamente migliore.
Questo “culto” per la “Mexican Coke” ha creato un mercato di nicchia di consumatori disposti a pagare un prezzo più alto per un gusto ritenuto più autentico e meno “chimico”. Il ritorno allo zucchero di canna rappresenterebbe, quindi, anche una potente operazione di marketing. Tuttavia, le implicazioni economiche sarebbero enormi. Un cambio su vasta scala comporterebbe una complessa riorganizzazione della catena di approvvigionamento e un probabile aumento dei costi di produzione, che potrebbero ripercuotersi sul prezzo finale per i consumatori.
La Corn Refiners Association, l’associazione dei produttori di mais, ha già lanciato l’allarme. Ha avvertito che la sostituzione dello sciroppo di mais potrebbe danneggiare gli agricoltori americani, tagliare posti di lavoro nel settore manifatturiero e aumentare le importazioni di zucchero straniero.
Il retroscena della “guerra dello zucchero”, tra dazi e diplomazia
La questione si complica ulteriormente se si analizza il quadro del commercio internazionale. L’utilizzo di zucchero di canna su larga scala negli Stati Uniti dipenderebbe in modo cruciale dalle politiche sui dazi. Gli USA sono importatori di zucchero grezzo di canna, con Brasile e Messico tra i principali fornitori. E l’annuncio di Trump arriva in un momento in cui si parla di possibili nuovi dazi del 50% sulle importazioni dal Brasile.
Questo intreccio suggerisce che dietro la preferenza per un ingrediente si celi una strategia commerciale e diplomatica molto più articolata. Lo stesso Trump, pur essendo un noto bevitore di Diet Coke, ha dimostrato in passato di saper usare il suo potere di influenza sui grandi marchi per obiettivi politici ed economici. La scelta di Coca-Cola di passare allo zucchero di canna, se confermata, potrebbe diventare un precedente in grado di influenzare l’intero settore delle bevande e alimentare. Inoltre, potrebbe ridisegnare equilibri e creare possibili tensioni politiche negli stati del Midwest, cuore della produzione di mais e solido bacino elettorale per Trump.
L’attesa per la mossa di Atlanta
Resta da vedere se il gigante delle bevande seguirà effettivamente la via indicata dalla Casa Bianca, portando avanti tutte le questioni logistiche ed economiche che ne deriverebbero. La mossa potrebbe rivelarsi un colpo da maestro, capace di conquistare una fetta di consumatori attenti al gusto e alla salute. Oppure un azzardo costoso in un mercato estremamente competitivo.
La risposta, per ora, resta sigillata in una lattina.
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