Un recente studio di Swiss Life svela il segreto del benessere degli over 65 elvetici. Non solo stabilità economica, ma uno stile di vita attivo, relazioni sociali solide e un approccio positivo alla terza età. Un modello che va oltre i confini della ricchezza.
Una maggioranza soddisfatta
La fotografia è chiara e, per certi versi, invidiabile. I pensionati in Svizzera sono i più felici e soddisfatti del continente europeo. A certificarlo è un recente studio condotto dall’istituto YouGov per conto di Swiss Life, che ha coinvolto oltre 2.000 persone di età compresa tra i 65 e gli 80 anni. I risultati parlano da soli: l’80% degli intervistati si dichiara soddisfatto o molto soddisfatto della propria vita.
Questo dato non solo posiziona la Confederazione Elvetica al vertice per qualità della vita nella terza età, ma solleva anche interessanti interrogativi su quali siano gli ingredienti di questa ricetta del benessere. Analizzando i dati, emerge un quadro complesso dove la stabilità economica, sebbene importante, è solo una parte di un mosaico molto più grande, composto da salute, relazioni sociali, attività fisica e un approccio mentale decisamente positivo.
Un modello che, come confermano anche altri indici internazionali come il Natixis Global Retirement Index 2024, vede la Svizzera primeggiare per sicurezza pensionistica a livello globale.
Il segreto della felicità elvetica
Sarebbe facile e riduttivo attribuire l’alta soddisfazione dei pensionati svizzeri unicamente alla solidità finanziaria. Se è vero che le persone con redditi più alti riportano in media una felicità maggiore, lo studio evidenzia come anche gli aspetti “non monetari” giochino un ruolo fondamentale per una vita appagante.
Il benessere percepito è infatti un insieme di fattori emotivi, sociali e psicofisici. A dimostrarlo è il fatto che ben due terzi degli intervistati affermano di avere pochi o nessun rimpianto guardando al proprio passato, e il 72% respinge con forza l’idea che la vita da senior porti con sé più dolori che gioie.
La visione ottimistica si fonda su basi concrete. Il sistema pensionistico svizzero, articolato sul modello dei tre pilastri (previdenza statale, professionale e privata), è progettato per garantire non solo il minimo vitale, ma anche il mantenimento di un tenore di vita adeguato. Questo approccio strutturato fornisce una base di serenità economica che permette poi di coltivare altri aspetti della vita. Non stupisce, quindi, che la soddisfazione sia strettamente legata anche a un buono stato di salute e alla qualità dei legami affettivi. Le coppie, ad esempio, risultano più felici dei single, mentre non emergono differenze significative tra chi ha figli e chi no, a riprova che è la qualità della rete sociale a contare, non la sua conformazione.
Uno stile di vita attivo e impegnato
L’immagine del pensionato sedentario è quanto di più lontano dalla realtà elvetica. La terza età in Svizzera è una fase dinamica, una sorta di “ozio attivo” dove il tempo libero viene riempito di significato e movimento.
I numeri dello studio sono eloquenti: il 71% degli over 65 fa passeggiate o escursioni almeno una volta alla settimana, il 58% pratica uno sport con regolarità e, dato forse ancora più interessante, il 70% si dedica a esercizi mentali come giochi di logica o lettura impegnata per mantenere la mente allenata. Questa combinazione di stimolazione fisica e cognitiva è un elisir di lunga vita e di benessere. L’attività fisica regolare, infatti, è un fattore chiave per la prevenzione e per mantenere l’autonomia il più a lungo possibile, un aspetto cruciale in un Paese con una delle aspettative di vita più alte al mondo (82,2 anni per gli uomini e 85,5 per le donne nel 2023).
L’impegno attivo non si esaurisce qui. Quasi due terzi dei pensonati si occupano dei nipoti almeno una volta al mese, un’attività che rafforza i legami intergenerazionali e fornisce un senso di utilità e continuità. Questo stile di vita contribuisce a un ciclo virtuoso: sentirsi bene spinge a essere attivi, e l’essere attivi migliora il benessere fisico e mentale.
Un sano rapporto con la tecnologia
La vita di tutti i giorni dei senior svizzeri è scandita da abitudini che nutrono la mente e lo spirito. La lettura (77%) e la televisione (76%) sono le compagne quotidiane più diffuse, seguite dalle faccende domestiche (59%), attività quest’ultima in cui si nota ancora una certa differenza di genere.
Ma il dato forse più inaspettato riguarda il rapporto con il mondo digitale. Contrariamente a molti stereotipi, quasi un terzo dei pensionati (30%) utilizza quotidianamente i social media per restare in contatto con amici e parenti o per informarsi. Questa dimestichezza con la tecnologia rappresenta un ponte fondamentale contro l’isolamento, un rischio concreto in questa fase della vita. Sebbene una quota maggiore (39%) dichiari di non usare affatto i social, la tendenza mostra una crescente integrazione digitale, soprattutto nella fascia più “giovane” dei pensionati.
Il tempo libero, nel suo complesso, è una fonte di grande soddisfazione per il 75% degli intervistati. Non è un tempo vuoto da riempire, ma un’opportunità per riscoprire passioni, viaggiare (due su tre hanno fatto un viaggio in Europa nell’ultimo anno) e coltivare relazioni che, per il 34% delle persone, sono diventate più significative proprio dopo il pensionamento.
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