Secondo l’OCSE gli italiani figurano tra i cittadini più allarmati per la tenuta dell’assistenza e la sicurezza economica legate all’avanzare dell’età
In un’Italia sempre più segnata dall’invecchiamento della popolazione, le preoccupazioni dei cittadini si focalizzano soprattutto sulle difficoltà finanziarie e assistenziali legate alla loro (futura) vecchiaia. Lo testimonia il recente rapporto dell’OCSE che mette in luce come, rispetto ad altri Paesi in Europa e nel mondo, gli italiani siano tra i più ansiosi riguardo a questi temi fondamentali.
Sanità e assistenza a lungo termine, i timori più diffusi
Secondo i dati OCSE, oltre l’80% degli italiani manifesta preoccupazione per la possibilità di accedere in vecchiaia a cure sanitarie di qualità. Questa paura si accompagna a un’ansia ancora più forte sull’assistenza a lungo termine, ovvero quei servizi necessari per affrontare le fragilità che spesso accompagnano l’età avanzata. Per circa il 71%, infatti, esiste una forte incertezza sul fatto di poter usufruire di cure adeguate per sé stessi in futuro. Mentre il 74% teme che i propri familiari anziani non possano ricevere l’assistenza di cui hanno bisogno. Ciò dimostra come le preoccupazioni degli italiani siano radicate nelle aspettative verso il domani, in un contesto di risorse pubbliche che appaiono insufficienti e un sistema di welfare sotto pressione.
Donne e over 50: le categorie più sensibili
L’analisi evidenzia anche come la sensibilità verso questi temi cambi a seconda dell’età e del genere. Le donne risultano più preoccupate rispetto agli uomini, con il 67% che esprime timori contro il 62% dei maschi. Questo dato riflette il ruolo sociale spesso assunto dalle donne nella cura dei familiari anziani, un impegno che ricade su di loro in modo sproporzionato e che si somma alla maggiore aspettativa di vita rispetto agli uomini. Inoltre, sono le persone tra i 50 e i 64 anni a mostrare il livello più alto di preoccupazione (68%), seguite da quelle nella fascia 30-49 anni (64%) e dai più giovani tra 18 e 29 anni (61%). Numeri che indicano una consapevolezza crescente delle sfide legate all’invecchiamento, che diventa più concreta con l’avvicinarsi all’età pensionabile.
L’insicurezza economica accompagna l’invecchiamento
Se l’accesso alle cure è un tema centrale, altrettanto forte è il timore di non poter contare su una adeguata sicurezza economica nella vecchiaia. La preoccupazione di non disporre di risorse sufficienti per vivere dignitosamente una volta terminata l’attività lavorativa coinvolge, infatti, l’80% degli italiani. Una delle percentuali più alte in Europa. Questa ansia economica si lega a doppio filo con quella relativa all’assistenza: il 75% teme, infatti, di non riuscire ad accedere ai servizi di assistenza a lungo termine nel momento del bisogno, mentre il 71% è preoccupato per la condizione dei familiari anziani. È evidente come le preoccupazioni degli italiani ruotino intorno a un futuro in cui il sistema di protezione sociale potrebbe non essere all’altezza delle necessità.
Il confronto con altri paesi: la Danimarca esempio di fiducia
Non tutti i paesi condividono però questi timori. In Danimarca solo il 46% si dice preoccupato per l’invecchiamento della popolazione e appena il 49% teme per la propria situazione economica in vecchiaia. Anche l’ansia sull’accesso all’assistenza a lungo termine è notevolmente più bassa. Una differenza che fa emergere come la percezione del rischio e della sicurezza sociale dipenda molto dal sistema di welfare e dalla fiducia nelle istituzioni. Le preoccupazioni degli italiani riflettono un quadro in cui molte famiglie temono di doversi confrontare con un futuro incerto e con pochi sostegni pubblici. È un segnale importante che dovrebbe spingere istituzioni e società a mettere al centro dell’agenda politica il rafforzamento delle tutele sociali, la qualità dei servizi sanitari e di assistenza.
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