A Milano la pet therapy aiuta i bambini con SMA a trovare serenità e forza durante le cure più difficili
La pet therapy si conferma sempre più come un valido supporto per i piccoli pazienti con disabilità, in particolare per chi affronta malattie neurologiche complesse come l’Atrofia Muscolare Spinale (SMA). All’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, centro di eccellenza per le malattie neurologiche rare, è in corso un progetto innovativo che porta gli Interventi Assistiti con Animali (IAA) direttamente in reparto, offrendo a bambini e ragazzi momenti di tranquillità e svago prima e dopo i trattamenti medici.
Interventi Assistiti con Animali per bambini con disabilità
Gli IAA, comunemente noti come pet therapy, sono ormai riconosciuti come strumenti utili in ambito clinico. Nel reparto di Neuropsichiatria Infantile del Carlo Besta, questa pratica assume un ruolo pionieristico, dedicato a piccoli pazienti con SMA, una malattia degenerativa che limita fortemente le capacità motorie e, nei casi più gravi, le funzioni vitali di respirazione e deglutizione. Grazie alla presenza di cani appositamente educati e certificati, ogni incontro permette di ridurre lo stress e l’ansia legati alle procedure mediche. Migliorando l’umore e favorendo il benessere emotivo non solo dei bambini, ma anche delle loro famiglie e degli operatori sanitari.
Studio sull’impatto della pet therapy
Il progetto prevede anche una parte di ricerca per analizzare i benefici degli interventi assistiti con animali. In particolare si valuta come la pet therapy possa influire sul livello di ansia e paura dei piccoli pazienti durante la somministrazione di terapie farmacologiche invasive, come la terapia intratecale. Riccardo Masson, neuropsichiatra infantile, spiega che l’équipe ha messo a punto un protocollo di studio per misurare l’impatto della pet therapy non solo sui bambini, ma anche sulla gestione della procedura da parte degli operatori e sulla percezione globale di sanitari e familiari.
Attività personalizzate per ogni bambino
Le attività di pet therapy vengono progettate settimanalmente, tenendo conto delle condizioni cliniche dei pazienti e delle loro esigenze specifiche. L’approccio è multidimensionale, spaziando dalla stimolazione sensoriale all’interazione educativa, fino a momenti ludici pensati per alleggerire l’esperienza ospedaliera. Ogni dettaglio viene curato attentamente, dalla scelta del cane più adatto alla valutazione di eventuali paure o allergie, sempre con il supporto dell’équipe medica e delle famiglie.
Il valore del rapporto uomo-animale
Portare un animale in reparto significa offrire una pausa dalla malattia e dall’ambiente ospedaliero, trasformando l’esperienza anche solo per pochi minuti. Mario Colombo, presidente della onlus Frida’s Friends, autrice dell’iniziativa, sottolinea come “Il sorriso di un bambino prima di una procedura medica, o la sorpresa negli occhi al primo incontro con il cane, siano segnali che confermano ogni giorno la forza di questo progetto”. Queste iniziative, infatti, rappresentano una risorsa emotiva fondamentale in contesti così delicati.
Buone pratiche consolidate di pet therapy
Negli ultimi anni, si sono moltiplicate iniziative di pet therapy dedicate a pazienti fragili, dai bambini con disabilità agli anziani con decadimento cognitivo. Progetti come ‘Quattro zampe in corsia‘ presso l’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, così come attività analoghe regionali, a Torino e Monza, dimostrano quanto la relazione con gli animali possa diventare un prezioso alleato nei percorsi clinici più complessi. Queste buone pratiche, infatti, pongono al centro il benessere delle persone, offrendo momenti di sollievo e conforto che vanno oltre il trattamento medico. La pet therapy, dunque, non è solo un supporto terapeutico, ma un mezzo capace di alleviare le difficoltà e portare speranza anche nelle situazioni più delicate.
TUTTE LE ULTIME NOTIZIE SU SPAZIO50.ORG
© Riproduzione riservata