La Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha approvato un finanziamento record per il 2025 destinato alla non autosufficienza. Con un aumento di oltre 82 milioni rispetto lo scorso anno, si punta a potenziare l’assistenza domiciliare ad anziani e i servizi sul territorio. Nasce anche un fondo dedicato ai caregiver familiari.
Un grande investimento per il welfare
La Regione Emilia-Romagna mette sul tavolo un investimento senza precedenti per il welfare, destinando ben 564,09 milioni di euro alla cura e all’assistenza delle persone anziane e con disabilità per il 2025.
Una cifra imponente, approvata dalla Giunta dopo il via libera della Commissione Politiche per la salute e politiche sociali, che segna un deciso potenziamento del Fondo regionale per la non autosufficienza. Si tratta di un incremento di 82,2 milioni di euro rispetto all’anno precedente, risorse che andranno a rafforzare concretamente la rete di protezione sociale del territorio.
Il piano vuole dare risposte efficaci a una crescente domanda di sostegno, migliorando la qualità della vita delle fasce più fragili della popolazione. I fondi serviranno ad adeguare le tariffe dei servizi socio-sanitari già accreditati, ad aumentare il numero di posti letto disponibili nelle case di residenza per anziani e, soprattutto, a espandere le ore di assistenza domiciliare, un pilastro fondamentale per permettere a molte persone di continuare a vivere nel proprio ambiente familiare.
Una risposta alla sfida demografica: i numeri dell’invecchiamento
Questa manovra finanziaria non è una scelta casuale, ma una risposta necessaria alle profonde trasformazioni demografiche che interessano la regione. Secondo i dati ISTAT più recenti, l’Emilia-Romagna si conferma una delle aree più anziane d’Italia e d’Europa. Al 1° gennaio 2025, la popolazione regionale conta 600.047 persone con più di 75 anni, un dato su cui si basa gran parte della ripartizione dei fondi. L’indice di vecchiaia, che misura il rapporto tra over 65 e under 15, ha raggiunto quota 204,1 nel 2023, superando la media nazionale e segnalando una pressione crescente sul sistema di welfare.
Le proiezioni indicano che il numero di persone non autosufficienti, oggi stimato in circa 220.000, potrebbe quasi raddoppiare nei prossimi vent’anni, sfiorando le 370.000 unità. Un simile scenario rende indispensabile programmare per tempo interventi strutturali, capaci di garantire dignità e serenità a chi non è più autonomo e, al contempo, di assicurare la sostenibilità dell’intero sistema. L’aumento della longevità è una conquista sociale, ma richiede politiche lungimiranti per trasformarsi in anni vissuti in buona salute.
Cura degli anziani. La novità del fondo per i caregiver
Una delle novità più significative di questo piano è l’istituzione di un fondo specifico per i caregiver familiari, finanziato con tre milioni di euro. Questa misura, introdotta con la legge regionale 5 del 30 maggio 2024, riconosce formalmente il ruolo cruciale di chi si prende cura quotidianamente di un proprio caro. L’assessora al Welfare, Isabella Conti, ha sottolineato come la Regione sia stata la prima in Italia ad approvare una legge ad hoc, valorizzando una figura “importante e preziosa, spesso in un ruolo complicato e difficile”.
La nuova normativa regionale ha anche eliminato l’obbligo di coabitazione per il riconoscimento della qualifica di caregiver, un passo importante per includere tutte quelle persone che, pur non vivendo sotto lo stesso tetto, forniscono un’assistenza continuativa. La legge pone un’attenzione particolare anche ai “giovani caregiver”, ragazzi fino a 24 anni che si dedicano alla cura di un familiare, prevedendo per loro sostegni specifici per conciliare l’impegno assistenziale con lo studio e la vita personale.
La ripartizione dei fondi e gli interventi sul territorio
Le risorse del Fondo per la non autosufficienza saranno distribuite in modo mirato. La fetta più consistente, pari a 402,11 milioni di euro, sarà assegnata alle Aziende Sanitarie Locali in base alla popolazione over 75 residente. Circa 141,6 milioni sono invece destinati a interventi specifici per persone con disabilità, incluse quelle gravissime acquisite. Infine, oltre 20 milioni di euro supporteranno le strutture più piccole e quelle situate in aree montane o disagiate, per garantire un’equa distribuzione dei servizi su tutto il territorio regionale. Questi stanziamenti permetteranno di potenziare l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), un servizio che unisce prestazioni sanitarie e socio-assistenziali per consentire alle persone di essere curate a casa. L’accesso a questo tipo di cure, che prevede piani personalizzati, avviene solitamente tramite il medico di famiglia, che collabora con un’equipe di infermieri, specialisti e operatori sociali.
I progetti per l’invecchiamento attivo
L’impegno della Regione non si esaurisce con lo stanziamento economico. Sul territorio sono attivi diversi progetti che mirano a promuovere un invecchiamento attivo e a contrastare l’isolamento sociale attraverso l’innovazione. Tra questi spicca “Lively Ageing“, un’iniziativa finanziata dal Ministero della Salute che unisce università ed enti locali per creare una rete di servizi e tecnologie per il benessere degli anziani.
Altri progetti, come “NOTRE” e “Isabella“, esplorano l’uso dell’intelligenza artificiale e di sensori IoT (Internet delle Cose) per monitorare la salute degli anziani a domicilio in modo non invasivo, offrendo un supporto concreto anche ai loro caregiver. Sono sperimentazioni che rappresentano un modello di assistenza proattiva, che non si limita a curare, ma punta a prevenire e a mantenere l’autonomia il più a lungo possibile, costruendo una comunità più inclusiva e attenta ai bisogni di tutti.
Foto in apertura: la sede della Regione Emilia-Romagna
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