Il nostro paese è tra i più longevi al mondo: per questo la Società Italiana di Radiologia (Sirm) propone protocolli personalizzati per migliorare la qualità della vita degli anziani. Puntando su una prevenzione efficace ed evitando esami inutili e stressanti.
Un paese che invecchia
In Italia viviamo più a lungo che altrove, ma vivere a lungo non basta: serve anche vivere bene. Oggi un italiano su quattro ha più di 65 anni, pari a 14,4 milioni di persone, e tra vent’anni gli over 65 sfioreranno i 19 milioni. Un cambiamento demografico profondo che impone una trasformazione altrettanto profonda nel modo in cui curiamo gli anziani.
La Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (SIRM) lancia un appello; servono nuovi protocolli e una medicina dell’età matura che sia davvero su misura.
Una sfida per il Sistema Sanitario Nazionale
Secondo l’Istat, l’Italia è già tra i paesi più longevi al mondo. E se oggi gli over 80 sono 4,6 milioni, diventeranno oltre 6 milioni entro il 2043. Un dato che non può essere ignorato. La longevità è una conquista, ma comporta anche un aumento di patologie croniche e degenerative.
Ecco perché, durante il convegno “Radiologia geriatrica, un nuovo approccio clinico-radiologico a un ‘vecchio’ problema”, la SIRM – in sinergia con la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) – ha messo sul tavolo una proposta concreta: cambiare paradigma.
Da curare a prevenire, un cambio di sguardo
Il cuore della proposta è chiaro. Serve una medicina che non si limiti a curare, ma che sappia sopratutto prevenire. Che sappia agire prima che la malattia si manifesti in modo grave. E qui entra in gioco la radiologia geriatrica, con esami calibrati sull’età, sulla fragilità e sul contesto di vita della persona. “L’invecchiamento non deve necessariamente coincidere con una perdita di qualità della vita – ha sottolineato Nicoletta Gandolfo, presidente della SIRM -. È possibile, anzi necessario, mantenere autonomia e benessere anche nella terza e quarta età”.
E per farlo, serve anticipare. Ad esempio, diagnosticare per tempo l’osteoporosi, una delle cause più frequenti di fratture negli anziani, permette di intervenire prima che si verifichino eventi invalidanti. Lo stesso vale per la sarcopenia (la perdita di massa muscolare) o per le patologie cardiovascolari, che colpiscono con maggiore frequenza in età avanzata.
Con la radiologia geriatrica diagnosi più intelligenti
La proposta della SIRM si basa su protocolli di imaging pensati specificamente per i pazienti anziani, che considerino i cambiamenti fisiologici dell’età ma anche lo stato cognitivo, funzionale e sociale della persona. Non si tratta solo di leggere le immagini, ma di interpretarle all’interno di un quadro complesso.
Come ha ribadito Gandolfo, “individuare con anticipo le malattie ed evitare sovradiagnosi inutili per non sottoporre il paziente a troppi esami invasivi e stressanti è la vera chiave”. Troppo spesso, infatti, l’accanimento diagnostico porta a più danni che benefici, soprattutto se non cambia l’esito terapeutico. Per il paziente, questo approccio significa meno stress, meno esami inutili e più attenzione alla qualità della vita. Per il Servizio Sanitario, un utilizzo più razionale delle risorse.
Formare i radiologi di domani
Per rendere tutto questo possibile, è essenziale formare i professionisti. La SIRM ha già avviato corsi specifici in Lombardia, Toscana e Calabria, con l’obiettivo di diffondere una nuova cultura radiologica su tutto il territorio nazionale. Una cultura che prepari i medici ad affrontare le sfide dell’invecchiamento: più accessi ai pronto soccorso, più cronicità, più bisogno di letti e cure continuative.
Tra i progetti in campo c’è anche “Il radiologo medico, un amico dell’anziano”, il primo pilota nazionale interamente dedicato alla prevenzione nella terza età.
Una scommessa per il futuro della Sanità
La radiologia geriatrica non è solo una questione tecnica: è un tassello di una visione più ampia. Accanto ad essa devono crescere l’assistenza territoriale, la telemedicina e – perché no – un nuovo patto tra generazioni. Investire oggi in un approccio umano e personalizzato alla salute degli anziani significa garantirsi domani un sistema più equo, sostenibile e giusto.
La questione da affrontare non è l’invecchiamento in sé, ma come ci si arrivi. E la radiologia geriatrica potrebbe essere una delle chiavi per trasformare una fragilità in una risorsa.
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