Dal 2026 cambia tutto. Intanto oltre 500mila studenti si preparano ad affrontare le prove scritte e orali
L’esame di maturità del 2025 segna un punto di svolta. Secondo quanto annunciato dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sarà l’ultima sessione con l’attuale assetto. Un passaggio che coinvolge oltre 524mila studenti, compresi 13mila candidati esterni, impegnati tra prove scritte e orale. La distribuzione degli studenti segue le scelte scolastiche compiute nei cinque anni precedenti: più della metà arriva dai licei (oltre 268mila), seguiti dagli istituti tecnici (169mila) e da quelli professionali (circa 86mila). Intanto il Ministro anticipa alcune novità per il prossimo anno. In primis, afferma, sarà introdotta la valutazione della crescita personale degli studenti.
Al via le prove: prima l’italiano, poi le materie d’indirizzo
Le commissioni d’esame, composte come da tradizione da sei membri (tre interni, tre esterni, più il presidente), hanno aperto i lavori con le riunioni preliminari. Tra i compiti: definire il calendario, analizzare la documentazione degli studenti e scegliere i materiali per il colloquio. La data d’inizio è fissata per mercoledì 18 giugno alle 8.30, con la prima prova scritta: quella d’italiano. Si tratta di un test nazionale, uguale per tutti, che prevede la stesura di un elaborato a scelta tra diverse tracce: analisi testuale, argomentazione, tema storico o d’attualità. Seguirà, il giorno dopo, la seconda prova scritta, questa volta diversa a seconda dell’indirizzo di studio. Per gli studenti del liceo classico è previsto il latino; per quelli dello scientifico (anche con opzione scienze applicate o sportivo), la matematica. Al linguistico toccherà la prima lingua straniera, mentre negli istituti tecnici e professionali si affronteranno discipline legate al settore di specializzazione, come economia aziendale per l’indirizzo AFM.
Maturità e voto in condotta
Tra le novità introdotte quest’anno, torna ad avere valore il Percorso per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (Pcto), anche noto come alternanza scuola-lavoro. Diventa infatti uno dei requisiti per essere ammessi all’esame di maturità, anche se sono considerate valide anche le attività assimilabili. Ma l’elemento più innovativo riguarda la condotta. Con l’entrata in vigore della legge 150 del 2024, infatti, il voto in comportamento non solo influisce sui crediti scolastici, ma può incidere sullo svolgimento del colloquio. Chi ottiene sei decimi dovrà infatti presentare un elaborato critico su temi di cittadinanza attiva, da discutere davanti alla commissione. Un cambiamento che, come sottolineato dal ministro Valditara, punta a valorizzare il comportamento come parte integrante del percorso educativo, legandolo ai principi costituzionali e alla partecipazione civica.
Cosa cambia per la maturità 2026
Proprio l’orale sarà al centro della riforma annunciata per il 2026. L’idea è quella di superare la vecchia concezione di interrogazione, trasformando il colloquio in una vera e propria prova multidisciplinare. L’obiettivo è quello di una valutazione più complessiva dello studente. «Il colloquio – ha dichiarato Valditara – non dovrà più essere un’esercitazione mnemonica, ma un’occasione per mettere in luce le competenze trasversali, le esperienze di orientamento, l’educazione civica e il curriculum scolastico». La maturità del 2026, insomma, si focalizzerà sull’autonomia maturata durante il percorso di studi, la capacità di assumersi responsabilità sia individuali che sociali, l’esperienza acquisita anche al di fuori dell’ambiente scolastico. Ma anche sul grado di partecipazione a iniziative di cittadinanza attiva focalizzando l’interesse sulla consapevolezza di sé dello studente. Intesa, quest’ultima, come la capacità di riflettere sui propri punti di forza e sulle aree in cui è necessario migliorare.
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