Dalle origini bibliche all’istituzione del primo Anno Santo la storia del Giubileo attraversa secoli di fede, guerre ed epidemie, portando con sé il senso profondo del perdono e della redenzione anche nei momenti più oscuri dell’umanità
Per gli antichi ebrei, il Giubileo – chiamato anno del yōbēl (cioè, ‘del capro’, dal corno il cui suono ne annunciava l’inizio) – era un anno sacro che cadeva ogni cinquantenario. Secondo la legge mosaica, in questo periodo la terra – considerata proprietà di Dio – doveva tornare al suo originario proprietario e gli schiavi venivano liberati. In era cristiana il termine ha assunto una connotazione più spirituale, legandosi al concetto di gioia e giubilo per la remissione dei peccati e la riconciliazione con Dio.
La storia del Giubileo inizia il 22 febbraio 1300, quando papa Bonifacio VIII emanò la bolla Antiquorum habet fida relatio, indicendo l’Anno Santo per celebrare il perdono universale.
Il Pontefice stabilì così che ogni cent’anni i fedeli avrebbero potuto ottenere l’indulgenza plenaria visitando le basiliche di San Pietro, San Giovanni in Laterano e San Paolo fuori le Mura. Oltre 200.000 pellegrini raggiunsero Roma e nacquero così le prime produzioni di souvenir religiosi – medagliette incise, tavolette di maiolica con data e simboli del Giubileo -, accompagnate dal fiorire di taverne e botteghe di ospitalità.
A seguito di una petizione dei cittadini romani, papa Clemente VI nel 1342 ridusse l’intervallo tra un Giubileo e l’altro da 100 a 50 anni. Successivamente, nel 1389, papa Urbano VI propose di fissare la cadenza giubilare ogni 33 anni, in omaggio agli anni della vita di Cristo. Tuttavia, alla sua morte, Bonifacio IX celebrò il Giubileo nel 1390. Nel 1400, alla scadenza dei cinquant’anni stabiliti in precedenza, Bonifacio IX confermò per primo l’indulgenza ai pellegrini giunti a Roma. Papa Martino V, nel 1425, celebrò un nuovo Giubileo e inaugurò per la prima volta la Porta Santa nella basilica di San Giovanni in Laterano.
L’ultimo Giubileo cinquantennale fu quello del 1450, indetto da Niccolò V. Fu poi papa Paolo II a stabilire, nel 1470, che il Giubileo ordinario si sarebbe celebrato ogni 25 anni. Il primo con questa nuova cadenza fu quello del 1475, organizzato da Sisto IV. Da allora, la periodicità venticinquennale divenne la regola.
Pur essendo un evento di pace, il Giubileo nei secoli è stato segnato da eventi drammatici legati alle epidemie e alle guerre. Così avvenne nel 1350, quando, dalla sua residenza ad Avignone – mentre la peste nera falcidiava l’Europa – Clemente VI decise di indire un Giubileo straordinario per risollevare gli animi dei fedeli. Non bastasse, il 9 settembre 1349, un fortissimo terremoto scosse Roma; i pellegrini che vi giunsero nel 1350 ne poterono constatare le conseguenze e lo stato di grave degrado delle basiliche.
La città eterna era al punto più basso della sua storia: con l’autorità spirituale e temporale (il Pontefice) ritiratasi in Francia, era ormai un borgo con poco più di 20.000 abitanti. In questa situazione un motivo di particolare consolazione era la possibilità di vedere il Sudario della Veronica, che veniva mostrato in San Pietro ogni domenica. Per avvicinarsi, narrano i cronisti, la gente si accalcava a tal punto che non pochi finivano col morire soffocati o calpestati a morte.
La storia del Giubileo da sempre si intreccia con le vicende politiche e militari europee. Così nel 1525, al tempo della ribellione di Martin Lutero per la compravendita delle indulgenze papali, Clemente VII tolse l’obbligo dell’elemosina per i partecipanti ai riti di Roma. Ma il Giubileo di quell’anno, accusato dai luterani di essere una lucrosa superstizione a vantaggio della Curia, fu disatteso anche nei suoi frutti posteriori. Due anni dopo, infatti, i lanzichenecchi protestanti – al soldo del cattolicissimo Carlo V – marciarono su Roma per saccheggiare i suoi palazzi e profanare le sue chiese.
Anche il Giubileo del 1650, sotto il pontificato di Innocenzo X, si svolse in un clima teso: la Guerra dei Trent’Anni era appena terminata, ma le ostilità tra i paesi europei, alimentate dalle questioni religiose tra cattolici e protestanti, mantenevano alta la tensione. Eppure, in questo clima di allerta e timore, migliaia di pellegrini affluirono a Roma, attratti dalla forza del perdono spirituale.
In tempi più recenti, il ricordo va al Giubileo del 1950 che, inizialmente previsto per il 1940, fu rinviato a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Durante il conflitto, il Papa concesse comunque un’indulgenza straordinaria a tutti coloro che, impossibilitati a recarsi a Roma, avessero pregato davanti a un crocifisso nella propria chiesa locale. Un gesto di misericordia in un mondo devastato dalla guerra.
La storia ha dimostrato come il Giubileo abbia saputo trasformarsi, mantenendo la sua carica spirituale anche nelle prove più dure: peste e guerre ne hanno scandito il ritmo e ne hanno talvolta impedito la partecipazione da parte dei fedeli. Ma, proprio nei momenti di crisi spirituale e materiale, la promessa dell’indulgenza plenaria ha rappresentato un faro di speranza, capace di unire fedeli di ogni condizione davanti alla Porta Santa. Ancora oggi, davanti a nuove e drammatiche sfide, questa tradizione millenaria ricorda al mondo l’importanza di un atto di apertura per offrire perdono e rinascita.
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