I tassi dei medici over 55, le cause del mancato ricambio generazionale e le differenze tra paesi. L’ invecchiamento del personale medico in Italia
L’invecchiamento del personale medico nei paesi europei si sta cronicizzando. La situazione risulta particolarmente seria in Italia e Bulgaria, dove il 54% dei medici ha superato i 55 anni di età. All’estremo opposto troviamo Romania (21%), Regno Unito (14%) e Turchia (15%). Il divario così marcato tra questi paesi può essere attribuito principalmente a due fattori. “Il grande divario tra paesi come Regno Unito e Italia è dovuto alle politiche riguardanti il numero di contratti per la formazione post-laurea. Questi, infatti, in Italia sono stati ridotti per molti anni a causa della mancanza di investimenti economici e di lungimiranza. Ma anche ai diversi livelli di attrattività che questi paesi hanno per i medici formati all’estero”, spiega la Dott.ssa Alessandra Spedicato, presidente della Federazione Europea dei Medici Salariati (FEMS).
Germania e Francia: situazione critica nelle principali economie europee
In Germania e Francia, la percentuale di medici over 55 sfiora la metà, attestandosi rispettivamente al 44% e al 43%. Altri paesi dove questa proporzione raggiunge o supera il 40% includono Lettonia, Estonia, Ungheria, Belgio, Repubblica Ceca, Lituania, Lussemburgo, Polonia e Cipro. In controtendenza, tutti i paesi nordici presentano percentuali inferiori alla media UE. Particolarmente virtuose sono le situazioni di Norvegia e Finlandia, dove solo il 24% dei medici ha più di 55 anni.
In undici paesi UE un medico su cinque ha oltre 65 anni
L’invecchiamento del personale medico diventa ancora più preoccupante considerando che in undici paesi dell’UE, la percentuale di medici con 65 anni o più supera il 18%, arrivando a oltrepassare il 20% nella maggior parte di questi. In Italia, secondo Eurostat, questa quota raggiunge addirittura il 27%. Malta emerge come il paese con la più alta percentuale di medici giovani (under 35), con un 46%, seguita dalla Romania con il 34%. Nessun altro paese UE supera il 30% in questa categoria, con l’eccezione della Turchia (paese candidato) che si attesta al 41%. Questa proporzione è dell’11% in Italia, del 16% in Francia e del 20% in Germania.
Perché differenze così marcate tra i paesi europei
Gaetan Lafortune, coordinatore del rapporto “Health at a Glance: Europe”, evidenzia come le variazioni nella proporzione di medici anziani tra i paesi europei siano attribuibili a un nuovo mix di politiche e fattori culturali che influenzano sia l’afflusso di nuovi medici sia la permanenza o l’uscita dei professionisti esistenti. “Scarso equilibrio tra vita lavorativa e privata, elevati oneri amministrativi e retribuzioni inadeguate in alcuni paesi spingono i medici più giovani a emigrare o ad abbandonare completamente la professione. Sbilanciando la forza lavoro clinica rimanente verso professionisti più anziani”, ha dichiarato Lafortune a Euronews Health.
Cambio della guardia, le sfide
Se in sostanza la professione non è più attrattiva come una volta per i giovani, il mancato ricambio generazionale ha anche altre cause. Il primo fattore determinante riguarda le differenze nei tassi di ingresso di nuovi medici. Diversi paesi con posti limitati nelle facoltà di medicina o nei programmi di specializzazione faticano a produrre un numero sufficiente di giovani medici per sostituire i pensionati. Il secondo punto chiave riguarda i tassi di mantenimento della professione, mentre il terzo concerne i tassi di uscita dalla professione. In alcuni paesi, i medici possono lavorare oltre l’età pensionabile standard, con opzioni di pensionamento graduale o ruoli part-time, spesso incentivati da supplementi pensionistici, mentre altri sistemi storicamente imponevano il pensionamento a 65 anni.
Gli infermieri invecchiano più lentamente dei medici
In quasi tutti i paesi europei, la percentuale di infermieri di età superiore ai 55 anni è generalmente inferiore a quella dei medici. La media UE si attesta al 24%, con cifre che variano dal 10% in Romania al 39% in Lettonia. In Italia, la percentuale è del 24% tra gli infermieri, in netto contrasto con il 54% tra i medici – il tasso più alto insieme alla Bulgaria. Secondo i dati europei, 20 paesi dell’UE hanno segnalato carenze di medici nel 2022 e 2023, mentre 15 hanno anche affrontato carenze di infermieri. La scarsità di operatori sanitari in Europa è in gran parte guidata da una “doppia sfida demografica”: una popolazione che invecchia combinata con una forza lavoro sanitaria anch’essa in età avanzata.
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