Gli Annali AMD (Associazione Medici Diabetologi) 2024 evidenziano progressi nella gestione del diabete, con miglioramenti nei parametri metabolici e nell’appropriatezza terapeutica. Tuttavia, rimangono criticità legate alle complicanze microvascolari e all’adozione di tecnologie avanzate.
Un’analisi della gestione del diabete in Italia
Gli Annali AMD 2024, presentati recentemente presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica, offrono una panoramica aggiornata e approfondita sulla gestione del diabete nel nostro paese.
Il documento raccoglie e analizza i dati provenienti da oltre 300 centri di diabetologia distribuiti su tutto il territorio nazionale, riferiti a un campione di oltre 750.000 pazienti. Una mole di informazioni che consente di monitorare in modo capillare l’andamento delle cure, l’efficacia delle terapie e la qualità dell’assistenza erogata.
Grazie alla sua estensione e alla varietà dei casi considerati, gli Annali AMD costituiscono oggi una delle fonti più autorevoli e dettagliate a livello nazionale e internazionale per comprendere l’evoluzione dell’assistenza diabetologica in Italia, individuare criticità e orientare le politiche sanitarie future.
Diabete di tipo 1
Nel diabete di tipo 1, si osserva un progressivo invecchiamento della popolazione, con un’età media di 49 anni e il 18,3% dei pazienti oltre i 65 anni. Parallelamente, si registra un aumento dell’obesità, passata dal 13,9% al 14,3%. Queste tendenze comportano un incremento del rischio di complicanze micro e macrovascolari, come la retinopatia diabetica, presente nel 21,8% dei casi .
Sul fronte terapeutico, l’89,6% dei pazienti utilizza insulina basale di seconda generazione. Tuttavia, l’adozione di tecnologie avanzate rimane limitata: solo il 19,1% utilizza microinfusori. Inoltre, solo il 36,2% dei pazienti raggiunge il target glicemico (HbA1c ≤7,0%), mentre il 46,1% controlla adeguatamente il colesterolo .
Miglioramenti (e criticità) del diabete di tipo 2
Nel diabete di tipo 2, si evidenzia un calo dell’obesità, scesa dal 36% al 35%. Questo miglioramento è correlato all’aumento dell’uso di farmaci innovativi, come gli SGLT2i e i GLP-1 RA, che rappresentano il 77,4% delle prescrizioni. La metformina rimane stabile al 70%, mentre l’insulina è utilizzata dal 32% dei pazienti .
Il 56% dei pazienti raggiunge il target glicemico, e il 44% mantiene livelli adeguati di colesterolo. Tuttavia, solo il 26,5% controlla efficacemente la pressione arteriosa. Le principali complicanze includono la nefropatia (50%), le malattie cardiovascolari (15%) e la retinopatia (12%) .
Diabete gestazionale: l’importanza dello screening tempestivo
Per quanto riguarda il diabete gestazionale, il 52,2% delle donne ha effettuato lo screening glicemico tra la 24ª e la 28ª settimana, mentre le diagnosi tardive sono scese al 13,6%. I principali fattori di rischio includono l’età superiore ai 35 anni (41,1%) e l’obesità pregravidica (25,6%). Il 61,8% delle pazienti gestisce la condizione con modifiche allo stile di vita, mentre il 38,2% necessita di terapia insulinica .
Verso un’assistenza più equa
Nonostante i progressi, permangono criticità nell’adozione di tecnologie avanzate e nel monitoraggio delle complicanze microvascolari. Il monitoraggio del piede diabetico (complicanza cronica del diabete che coinvolge i piedi n.d.r.) e della retinopatia risulta ancora disomogeneo, anche a causa di limiti strumentali e organizzativi.
Inoltre, la crescente eterogeneità culturale dei pazienti, con il 14% proveniente da paesi extra-europei, evidenzia la necessità di un approccio interculturale nell’assistenza.
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