Appuntamento a Roma per celebrare l’anniversario dell’Associazione. Dall’11 al 13 novembre, i soci provenienti da tutta Italia si incontreranno all’Auditorium della Conciliazione. A commentare l’evento è Carlo Sangalli, presidente nazionale di 50&Più.
Era il marzo del 1974 quando i sindacati provinciali di pensionati del commercio, del turismo e dei servizi si unirono per fondare Fe.n.a.com, la Federazione nazionale anziani del commercio. Da allora sono trascorsi cinquant’anni e tante sono state le trasformazioni sociali, culturali e storiche che hanno interessato il nostro paese: 50&Più ha saputo farsi interprete dei cambiamenti sociali e, spesso, li ha anticipati. Dall’11 al 13 novembre, presso l’Auditorium della Conciliazione di Roma, si terrà la celebrazione del Cinquantennale dell’associazione. Carlo Sangalli, presidente dal 2019, racconta il ruolo e l’importanza che 50&Più ricopre da mezzo secolo.
Cinquant’anni di attività sono un traguardo importante. Cosa significa per lei questo anniversario?
È certamente un’occasione per ricordare quanto è stato fatto in questo mezzo secolo ma soprattutto per progettare e innovare. Perché elaborando i risultati, i traguardi raggiunti e le sfide vinte si può immaginare e costruire il lavoro di domani. Cinquant’anni fa il nostro impegno è nato dall’esigenza di migliorare la tutela dei diritti delle persone anziane. Oggi facciamo il punto e guardiamo al futuro.
Quali saranno le prossime attività di 50&Più?
Penso a progetti che riguardano l’housing sociale, alle iniziative sul fronte europeo e al peso che abbiamo nelle decisioni su leggi e delibere. I nostri sforzi e i nostri obiettivi saranno sempre la tutela dei diritti delle persone anziane, la loro salute, il loro diritto di scegliere e di essere liberi. Oggi l’associazione viene riconosciuta come interlocutore privilegiato su molti tavoli che riguardano la terza età. Ecco, questo anniversario significa rinnovare un impegno che è quello di sostenere, riconoscere e dare maggior valore agli anni d’argento.
È cambiato l’impegno di 50&Più in questi anni?
Più che il nostro impegno è cambiata la società. La storia della nostra associazione è strettamente connessa alla storia dell’Italia e dell’Europa. Negli Anni ’80, con il boom economico parlavamo di diritti e di rappresentanza. Con la caduta del muro di Berlino ci siamo aperti alla globalizzazione, affrontando discorsi sulla terza età anche fuori dal nostro paese. La crisi economica degli anni Duemila ci ha spinti a sostenere con ancora più forza le fasce deboli e avviare iniziative in tal senso. In linea generale la tutela dei diritti dei senior continua ad essere, per noi, non solo un obiettivo prioritario ma un imperativo morale.
Quali sono i numeri dei senior?
I dati sulla “silver economy” e quelli dell’ultimo Rapporto Censis sono eloquenti. Le previsioni per il 2051 raccontano che gli attuali 13,7 milioni di anziani, pari al 22,8% del totale della popolazione, diventeranno 19,6 milioni, per una incidenza sul totale della popolazione pari al 33,2% e un incremento del +42,4%. Sono numeri che non possiamo ignorare. Da un punto di vista demografico la società, quindi, continua a cambiare, e noi dobbiamo continuare a leggere i cambiamenti, interpretarli e attivarci per non lasciare indietro nessuno.
Ritenete di aver saputo interpretare bene i tempi?
Credo francamente di sì. Siamo nati in un contesto demografico molto diverso dall’attuale. Oggi l’Italia è la prima nazione in Europa per numero di anziani, ma all’epoca non lo era. Ci siamo resi conto – leggendo e analizzando i fatti – che i tempi sarebbero cambiati rapidamente e così, fondando un’associazione di over 50, abbiamo giocato d’anticipo. Il nostro impegno, dunque, è sempre quello di essere al fianco delle persone anziane, lavorare per la tutela dei loro diritti ed essere cassa di risonanza delle loro voci quando necessario.
Gli eventi 50&Più si inseriscono in questa visione del futuro?
Assolutamente sì. Pensi a tutte le iniziative che abbiamo ideato in questi anni diventate punti di riferimento per i nostri soci e anche pioniere di eventi nazionali. Voglio ricordarne solo alcune. I “Maestri del Commercio”, l’onorificenza che dà merito agli imprenditori del settore, promossa nel ’75. Il “Concorso 50&Più”, dedicato a Prosa, Poesia, Pittura e Fotografia, giunto alla sua quarantaduesima edizione. Le “Olimpiadi 50&Più”, ideate nel ’94, e il concorso cinematografico “Corti di Lunga Vita”, lanciato nel 2017. Ricordo che durante la pandemia, per contrastare l’isolamento, abbiamo avviato iniziative online che hanno riscosso grande successo e sono ancora occasioni di incontro e riflessione: “Zoom, i webinar di Spazio50”. Insomma, abbiamo saputo adattarci ai tempi e rispondere alle esigenze in maniera tempestiva.
Cosa c’è nel futuro di 50&Più?
Tante sfide, tanti traguardi da raggiungere. Viviamo in una società sempre più proiettata sulla tecnologia, con l’intelligenza artificiale che presto diventerà dominante. Noi, ancora una volta, dobbiamo essere pronti. Il che significa essere soggetti attivi e non passivi.
Come?
Attraverso la partecipazione, perché partecipare non significa solo prendere parte a un cambiamento o a una decisione. Partecipare significa anche assumersi la responsabilità di essere punti di riferimento attivi all’interno della collettività. Noi questa responsabilità l’abbiamo assunta perché crediamo fortemente nella difesa dei diritti delle persone anziane e vogliamo coinvolgere altre donne e altri uomini in questo meraviglioso processo di partecipazione. Il nostro obiettivo – unico e solo – è dare il giusto valore alla terza età e fare in modo che la giustizia sociale sia prioritaria nell’agenda politica di questo Paese.
Un messaggio per le nuove generazioni?
Partecipate. Prendete parte, per quanto vi è possibile, ad ogni ambito della vita pubblica. Siate sempre garanti dei diritti degli altri, soprattutto dei deboli e di chi non ha voce per farsi ascoltare. Rispettate e date valore agli anziani perché sono portatori di conoscenza ed esperienza. E un giorno lo sarete anche voi. Guardate al futuro che avete davanti e conoscete anche il passato, perché è sulle orme della storia che si costruisce l’avvenire. E ricordate soprattutto che, come dice un bel poema indiano, è “l’oggi ben vissuto che tramuta l’ieri in ricordo positivo e il domani in speranza sorgente”.
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