Il paradosso italiano: si aggiungono anni alla vita, ma non vita agli anni. La speranza di vita scende a 58 anni anche se restiamo il paese più longevo d’Europa
Gli italiani vivono più a lungo rispetto alla media europea, ma la qualità di questi anni extra sembra peggiorare. È questo il quadro che emerge dal Rapporto Bes 2024 sul Benessere Equo e Sostenibile pubblicato dall’Istat, che fotografa un’Italia sempre più longeva ma progressivamente meno in forma. Nel 2024 la speranza di vita in buona salute è scesa a 58,1 anni, contro i 59,1 dell’anno precedente e i 58,6 del periodo pre-pandemico. Un dato che fa riflettere, soprattutto se confrontato con l’aumento complessivo dell’aspettativa di vita, che ha raggiunto gli 83,4 anni.
Record di longevità, ma conta anche la qualità
In Italia le donne possono aspettarsi di vivere fino a 85,5 anni, mentre gli uomini raggiungono mediamente gli 81,4. Rispetto alla media dei 27 stati dell’Unione Europea, gli italiani guadagnano oltre due anni di vita. Un risultato, frutto di decenni di miglioramenti nel sistema sanitario, nelle condizioni igieniche e nell’alimentazione. Eppure, la qualità degli anni guadagnati lascia sempre più a desiderare. Il calo nella speranza di vita in buona salute rappresenta infatti un segnale d’allarme che non può passare inosservato. Significa che gli italiani trascorrono una porzione crescente della loro esistenza convivendo con malattie croniche, limitazioni funzionali o condizioni che ne riducono l’autonomia. Le donne, in particolare, registrano il dato più basso degli ultimi dieci anni: appena 56,6 anni di vita attesa in buona salute, con un divario di oltre tre anni rispetto agli uomini che si attestano a 59,8.
La fotografia della terza età italiana
Quasi la metà degli over 74 (48,9%), convive con patologie croniche gravi o con limitazioni significative nelle normali attività quotidiane. Chi raggiunge i 65 anni può attendersi altri 19,8 anni di vita se uomo, o 22,6 se donna, ma con una differenza sostanziale nella qualità. Gli uomini trascorreranno oltre la metà di questo tempo senza limitazioni importanti, mentre per le donne questa quota scende sotto il 50%. La mortalità per tumori nella fascia tra i 20 e i 64 anni, mostra segnali incoraggianti. Nel 2022 si è attestata a 7,6 decessi ogni 10mila residenti, in progressivo calo rispetto ai 9,5 del 2012. Il miglioramento ha interessato soprattutto gli uomini, tanto che il divario con le donne si è drasticamente ridotto. Anche la mortalità evitabile continua a diminuire: 17,6 decessi ogni 10mila persone tra zero e 74 anni, il valore migliore dell’ultimo decennio.
Il peso crescente delle fragilità neurologiche
Un fenomeno emergente riguarda l’aumento della mortalità legata a demenze e malattie del sistema nervoso tra gli over 64. Dal 2012 al 2022 i decessi sono passati da 29,9 a 35,3 ogni 10mila residenti, con un incremento trasversale a entrambi i sessi. Un dato che riflette probabilmente l’invecchiamento progressivo della popolazione ma anche l’aumentata capacità diagnostica, che intercetta condizioni un tempo misconosciute. Parallelamente preoccupa lo stato della salute mentale, soprattutto tra i più giovani. L’indice di benessere psicologico per chi ha più di 14 anni si attesta a 68,7 punti nel 2024, con le donne che mostrano valori significativamente inferiori agli uomini. Tra i ragazzi il punteggio è sceso da 73,4 a 71,8 rispetto al 2016, con un calo particolarmente marcato tra le giovani donne, passate da 70,8 a 68,5 punti.
Stili di vita: luci e ombre nei comportamenti quotidiani
Gli stili di vita degli italiani presentano un quadro articolato. La sedentarietà interessa ancora un terzo della popolazione over 14, con le donne che risultano meno attive degli uomini. Tuttavia rispetto a dieci anni fa la situazione è migliorata, soprattutto nella fascia over 55, tradizionalmente la più pigra, che ha ridotto la quota di sedentari. L’eccesso di peso rimane stabile al 45,1% della popolazione adulta, ma cresce la quota di chi soffre di obesità vera e propria, salita dall’10% del 2014 all’11,3% attuale. Gli uomini mostrano percentuali superiori rispetto alle donne in tutte le fasce d’età, con oltre la metà della popolazione maschile sopra il peso forma. Sul fronte alimentare, solo il 16,2% degli italiani consuma le quattro porzioni giornaliere di frutta e verdura raccomandate, un dato in calo rispetto al biennio 2016-2018 quando sfiorava il 20%.
Tabacco e alcol: vecchi vizi in controtendenza
Dopo anni di progressi nella lotta al fumo, nel 2024 si registra un’inversione di rotta. I fumatori rappresentano il 20,5% della popolazione sopra i 14 anni, in crescita sia rispetto al 2023 che al periodo pre-pandemico. Il fenomeno interessa più gli uomini, ma il divario con le donne si è progressivamente assottigliato: sono aumentate le fumatrici mentre è calata la percentuale maschile. Tra dieci anni il gap si è ridotto da 9 a poco più di 6 punti percentuali. Stabile invece il consumo di alcol, che nel 2024 riguarda il 16% degli italiani sopra i 14 anni. Anche in questo caso gli uomini mostrano comportamenti più a rischio, ma le donne tendono progressivamente ad allinearsi. La mortalità stradale tra i giovani tra 15 e 34 anni rimane stabile a 0,6 decessi ogni 10mila residenti, con gli uomini che registrano valori cinque volte superiori alle donne.
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